Domenica mattina si è svolto il congresso del circolo del PD del comune di Canelli, circolo del quale sono stato fino ad allora coordinatore.
Nei giorni precedenti il congresso, valutando le notizie provenienti dai compagni di partito, dalla carta stampata e dalla rete, mi sono trovato in enorme difficoltà, forse per la prima volta nella mia vita di appassionato di politica.
E’ chiaro ad ognuno di noi che il fatto che ad Asti ci siano stati, il giorno del congresso, 341 nuovi iscritti su 600 votanti , non è definibile come un fatto di grande democrazia, è una strumentalizzazione del nostro regolamento, è l’uso spregiudicato delle regole. E questo andazzo c’è stato a Villafranca, a San Damiano, a Cerro,(il circolo della Valtriversa è passato da 30 a 61 tesserati, la Via Fulvia, a Rocchetta Tanaro, da 35 a 93).
Premesso questo, vi dirò che a Canelli hanno votato in 52, Giorgio Ferrero ha preso 28 voti, Francesca Ferrraris ne ha presi 23, una scheda nulla. Ci sono stati circa 24 nuovi iscritti, di questi una decina erano persone più o meno conosciute che hanno deliberatamente scelto di iscriversi o re iscriversi al partito. Gli altri (una dozzina) invece sono arrivati tutti insieme verso le 11 e 30, hanno chiesto la tessera e di votare, ma credo che se avessimo chiesto loro esattamente cosa stavano facendo non avrebbero saputo rispondere.
Mi chiedo per quale ragione allora qualcuno si sia preso la briga di chiedere un favore a persone, che in buona fede, si sono recate ad aderire ad una comunità (perché un partito, in un piccolo centro come il nostro è ancora di più una comunità organizzata di donne e uomini) della quale a loro non interessa nulla.
badate che questo non ha niente a che fare con la nazionalità delle persone che si sono iscritte, perché oggi sono cittadini extracomunitari, una volta invece erano italiani che venivano dalle campagne o dalla fabbriche ma che oggi è più difficile mobilitare perché è diverso l’ascendente verso di loro. E’ una pratica vecchia questa, un pratica che credevamo non ci appartenesse. E invece.
E invece ieri alcuni storici appartenenti al nostro circolo hanno manifestato fastidio, si sono sentiti traditi e se ne sono andati. Per non contare che tutto si è svolto sotto l’occhio attento delle telecamere del tg regionale del Piemonte, così noi ed il nostro piccolo dramma domenica sera eravamo su rai tre. Non male come risultato
Dodici persone su cinquantadue non hanno stravolto il risultato e i numeri in gioco, e lo sapevamo visto il metodo di ripartizione dei seggi; qundi chi ha cercato la prova di forza non ha risolto nulla, ha però arrecato danni permanenti al percorso politico di questo partito, allontanandone le persone che lo fanno vivere.
Per questo io credo che le ragioni che sono alla base di questa pratica sistematica stiano proprio nella volontà di colpire quel tessuto connettivo del partito, quello dei militanti che chiedono conto ai dirigenti, che come ieri durante la discussione, intervengono e dicono la loro sui problemi della loro città oppure su quale proposta politica sia la migliore per il paese. Se ti crei un partito fatto di tessere virtuali poi non devi rendere conto a nessuno e questo stride coni nostri valori fondanti.
Ora però si tratta di ripartire, di porre fine a questa linea di condotta che porta a risultati catastrofici, di difendere gli ideali stessi di partecipazione che sono alla base dell’esistenza del partito democratico. Per questo chiudo con una nota di speranza: domenica abbiamo eletto Flavio Carillo come coordinatore, è stata una scelta condivisa e importante, è un uomo intelligente e sensibile e mai come in questo momento ci servono queste doti per riprendere il filo del discorso, così brutalmente messo alla prova nei giorni scorsi.
Enrico Gallo